Anfibi: un’icona di stile senza tempo.

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Gennaio… tempo di saldi.

Non so voi, ma anche se qui in Sicilia siamo tornati in zona rossa ed è praticamente impensabile uscire (o meglio, così dovrebbe essere 😅), la mia voglia di shopping non si è placata, anzi… tutt’altro. 🤣

Torno quindi da voi con un articolo dedicato ad un brand che ho scoperto da poco tramite Instagram e dal quale ho acquistato già 2 paia di scarpe.

Sto parlando di D.Franklin (“D” non sta per Doctor, ma onestamente non ho indagato molto sul suo vero significato). Su questo sito, per il Black Friday, ho acquistato un paio di anfibi bordeaux in stile Dr.Martens, ma decisamente più convenienti e, successivamente, anche un paio bianco (stesso modello) perché le ho trovate, oltre che belle, davvero inaspettatamente comode.

Vi conviene davvero fare un salto sul sito web www.dfranklincreation.com dove per adesso, ancora per qualche ora, c’è una promozione molto interessante che vi permetterà di acquistare due modelli al costo di uno, inserendo il codice “YOU” nel carrello.

Insieme ad un’amica, dividendo anche le spese di spedizione, ne ho approfittato e ho preso questo bellissimo modello in velluto bordeaux.


Ve le ricordate le Dr. Martens?

Scommetto di sì! Hanno segnato un’epoca e sono state delle scarpe amatissime; ancora oggi sono un mito trasversale alle generazioni.

Anche se sembra strano, vista la mia mania per gli acquisti, non sono mai stata schiava delle ultime tendenze di moda. Non ho mai abbandonato i pantaloni a zampa, ad esempio, e ho sempre e solo acquistato ciò che mi piace, a prescindere dal fatto che vada o meno di moda.

Anche perché si sa, la moda è fatta di corsi e ricorsi… e se una cosa “oggi” non va più di moda, state pur certi che “domani” potrebbe tornare in auge.


Un po’ di storia.

Le originali: riconoscibili per la cucitura gialla tra suola e tomaia.

La lunga storia delle Dr. Martens inizia nel 1901. Gli imprenditori Benjamin Griggs e Septimimus Jones cominciarono a produrre scarponi per i minatori e per l’esercito britannico. Questi accessori erano neri, a dieci buchi, con una suola chiodata e una cucitura sulla punta. La ditta che produceva queste scarpe stava in Gran Bretagna, nella contea di Northamptonshire, storicamente nota per le manifatture di scarpe.

Nel 1943 un medico tedesco, Klaus Maertens, si ruppe un piede mentre stava sciando sulle Alpi Bavaresi, e a seguito di questa caduta trovò scomodo camminare con scarpe le cui suole erano di cuoio classico. Cominciò a pensare a un nuovo tipo di suola, ammortizzata da un cuscinetto d’aria. Il dottor Maertens cominciò a realizzare questo tipo di scarpa in solitaria, rifacendosi ai modelli degli scarponi presenti sul mercato e realizzò così uno scarponcino marrone a 8 buchi. Il modello però non ebbe il successo sperato.

Qualche anno dopo, il dottore incontrò a Monaco un suo vecchio compagno di università, Herbert Funck, che rimase molto colpito dal design degli scarponcini. A questo punto, i due decisero di aprire insieme una nuova attività di produzione di scarpe, utilizzando scarti di gomma della Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, per la suola, mentre per la tomaia, utilizzarono vecchie divise dismesse dell’esercito tedesco. Le scarpe risultavano molto comode e durevoli, tanto da piacere anche alle signore tedesche, fino ad arrivare all’80% delle vendite pervenute dalla clientela femminile. Nel 1952 i due amici decisero di aprire una nuova fabbrica a Monaco, la quale produceva oltre 200 diversi modelli e nel 1959 Maertens e Funck decisero di rivolgersi a un pubblico più ampio e internazionale per vendere la licenza.

Nel 1959 Griggs, che nel frattempo aveva avuto cospicue commissioni da parte dell’esercito inglese per la Guerra di Corea, notò l’annuncio di Maertens e Funck tra le pagine di Shoe & Leather News, una pubblicazione specialistica per gli addetti ai lavori del mercato calzaturiero londinese. Immediatamente il marchio inglese ne acquistò il brevetto, optando per il nome Dr. Martens, (anglicizzando il nome tedesco del dottore e tralasciando il nome del dottor Funck, perché troppo simile alla parola fuck 😅). La Griggs, inoltre, apportò alcune sostanziali modifiche. Ne ridisegnò la suola, arrotondò il tacco e aggiunse la fettuccia posteriore con il marchio Air Wair, oltre ad aggiunge la storica e riconoscibile cucitura gialla tra suola e tomaia, tratto distintivo di una vera Dr. Martens. Nel 1960 venne immesso sul mercato il primo modello, il 1460: classico anfibio a 8 buchi di colore rosso ciliegia. Queste diventano molto presto le scarpe di postini, operai e poliziotti, i quali però dovevano annerire la cucitura gialla perché il loro regolamento non lo consentiva. Nel 1961 venne lanciato sul mercato il modello 1461: scarpa a 3 buchi, che verrà indossata soprattutto dagli impiegati delle poste, divenendo il simbolo del sindacato e successivamente della sinistra inglese.

Le scarpe dello stile skinhead, mod e punk

Durante gli anni 60 i mod, sottocultura giovanile londinese caratterizzata dal look curato e innovativo, iniziarono a vestirsi in modo più comodo, utilizzando jeans e anfibi. Da questa corrente si svilupperanno gli skinhead, che non basavano la loro identità su un’ideologia politica, ma su elementi legati alla musica e all’abbigliamento. Gli skin si appropriarono delle Doctors, che non erano più le scarpe dei lavoratori, ma il simbolo di un’intera sottocultura. La naturale evoluzione degli skinhead, i punk, affiancarono all’uso delle Converse All Stars, le Dr. Martens: gli stivaletti diventano così popolari da contagiare e vestire altre culture giovanili derivate dalle prime, i movimenti ska, new wave, grunge, e underground avevano tutti gli stivaletti Dr. Martens ai piedi. Negli ultimi anni, l’iconico anfibio, è stato protagonista di collaborazioni eccellenti nel mondo della moda, con Jean-Paul Gaultier, Vivienne Westwood, Jimmy Choo e Yohji Yamamoto, e dal suo successo con i mod non è mai passato di moda. Perché non è una tendenza, è un’icona senza tempo.

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Aura

Aura

Mi chiamo Aura e ho una grande passione per i viaggi, per la tecnologia per la moda... non l'avreste mai detto, eh? 😅

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